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il blog di Alessandro Rocchi, web strategist e web communication manager attualmente impiegato alla websolute srl di pesaro. Appasionato di web, comunicazione, fotografia. Pesaro rimini ancona romagna marche



Giovedì l'Icann, l'autorità statunitense che gestisce i domini di primo livello e che assegna nomi e numeri identificativi sulla rete (.com .org .net ecc ecc)
potrebbe liberalizzare i domini autorizzando tutte le parole, in ogni lingua come estensione finale.

Le regole finora ferree che permettono solo domini legati ai nomi dei paesi (.it, .de .eu .us), al commercio (.com) o alle organizzazioni (.org,.net) potrebbero andare in pensione.

Messa così, potrebbe trattarsi di una delle più grandi trasformazioni della rete negli ultimi anni. A partire dal 2009 - un incubo o un sogno a seconda dei punti di vista - 1,3 miliardi di internauti potrebbero essere liberi di dare il nome che più li aggrada all'estensione del loro sito. Le grandi città e i grandi gruppi economici avranno una loro sigla, ce ne sarà una per Roma, Milano, Londra o New York.

Nelle casse dell'Icann, che incassa una percentuale su ogni registrazione, entreranno molti più soldi. Attualmente sono 162 milioni i nomi recensiti, di cui più della metà in .net e .com, per un totale di circa 250 estensioni. Limitazioni che qualcuno ha già aggirato: l'isola di Tuvalu, per esempio, ha affittato la denominazione .tv a molte televisioni.

Molti si chiedono come farà la società a impedire un accapparamento di "false estensioni", come già era successo con il vecchio sistema. Di sicuro sarà un momento festeggiato dall'industria del porno, che attende da anni l'assegnazione dell'estensione .xxx.


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